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Notizie 

Stefano Mattii :
animatore liturgico dal 1976 , in qualità di organista del "Coro di San Lorenzo" di Castelfiorentino.
Da ormai diversi anni, compositore di canti per la liturgia. 
Fra i brani di maggior rilevanza, spicca senza dubbio "Lorenzo Martire: Santo di Dio " , un vero e proprio inno a San Lorenzo , divenuto il canto di lode della Basilica di San Lorenzo fuori le mura al Verano a Roma, dove è custodito il corpo del Santo Martire, nonché , della chiesa di Amaseno, dove si venera la reliquia del Sangue di San Lorenzo  .

 
UNA BELLISSIMA STORIA 
«Tutto è iniziato il 13 agosto del 2014», racconta Fabio di Roma, «quando trovammo sull’altare della nostra basilica di San Lorenzo fuori le mura una busta con un CD ed una lettera. Il CD conteneva una registrazione audio di un inno inedito dedicato a San Lorenzo martire. Lo ascoltammo subito e poi chiamai al telefono quel recapito che avevo trovato nella lettera…». «La telefonata fu una sorpresa», prosegue Stefano Mattii di Castelfiorentino; «non me l'aspettavo proprio di essere richiamato e sicuramente non certo così presto! Avevo da poche ore lasciato la Basilica di San Lorenzo, ero sulla cupola di San Pietro ed avevo riacceso da pochissimo il cellulare. Quella telefonata era un sogno che si stava realizzando. Mi venne detto che l'inno era piaciuto tantissimo e che sarebbe divenuto sicuramente anche l'inno del loro coro. Io e Fabio ci scambiammo subito l'amicizia su Facebook e da allora ci siamo tenuti in contatto e sentiti sempre più amici. E’ stato il primo a dire che un giorno quell’inno lo avremmo cantato insieme proprio nella basilica…». Così è avvenuto il 6 aprile 2015, lunedì dell’Angelo, quando il Coro che nella parrocchia di Santa Verdiana a Castelfiorentino anima la messa domenicale nella chiesa collegiata dei Santi Lorenzo e Leonardo è stato invitato ad animare la Messa nella Basilica romana dove sono custodite le reliquie del martire Lorenzo, insieme a quelle di Stefano protomartire. Non è stato solo un momento di animazione liturgica, ma di vero e proprio incontro tra due comunità, quella romana e quella castellana. Da qui è proseguita nel tempo l’amicizia e la collaborazione tra le due realtà. Stefano, da anni animatore del coro insieme a Ivano, Massimo, Giulia ed Enrica, ha la passione di scrivere canti liturgici e ha già pubblicato alcuni CD. Grazie a questa passione musicale in questi anni ha saputo anche costruire ponti di fraternità tra diverse realtà ecclesiali. L’ultimo CD realizzato lo aveva visto legare il coro parrocchiale alla realtà della chiesa catanese di Maria SS. delle Grazie, poi grazie all’inno scritto in onore del Santo martire Lorenzo, il “gemellaggio” è scaturito con la comunità cristiana di Roma e porterà quest’anno il coro di Castelfiorentino ad animare il 10 agosto proprio la Messa solenne nella Basilica romana di San Lorenzo al Verano, presieduta da S.E. Mons. Guerino Di Tora, Vescovo ausiliare della diocesi di Roma. In tale occasione verrà consegnato come dono alla Basilica un’epigrafe su cui è stato inciso l’inno a San Lorenzo composto dal coro castellano. Questa sarà benedetta all’inizio della celebrazione eucaristica e poi collocata proprio nella cripta dove riposano le spoglie del Santo martire Lorenzo. «Un bel privilegio ed un onore», commentano i coristi. «Qualcosa di meraviglioso e di speciale», dicono gli amici romani grati per questa amicizia e per questa collaborazione. L’inno a San Lorenzo composto dal coro castellano è divenuto ormai l’inno della Basilica romana e di tante altre chiese dedicate allo stesso santo. «Un bel segno di comunione di cui rendere grazie», afferma il parroco don Alessandro Lombardi; «siamo grati per questo servizio che il coro di San Lorenzo svolge da tempo nella nostra parrocchia e lieti che il frutto di questo loro impegno possa diventare segno di comunione e occasione per costruire ponti e legami tra comunità cristiane». Si ringraziano Mara e Nedo Dani, Ademaro Toncelli e Miriam Borgioli per la realizzazione del marmo e del disegno; Padre Armando Ambrosi, parroco della Basilica, e tutta la sua comunità parrocchiale romana per aver concesso questa possibilità.
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